L’emergenza sanitaria, tuttora in corso, ha certamente avuto un impatto non solo sulle nostre vite e relazioni, ma anche sulle organizzazioni nelle quali ognuno di noi opera. Il distanziamento sociale, meglio dire fisico, è pratica che siamo tuttora chiamati a seguire per ridurre i contagi e l’espandersi del virus. Una pandemia che ha fortemente impattato sui nostri servizi, mettendo in evidenza le fragilità presenti da tempo e l’insufficiente presenza e struttura organizzativa sul territorio. Il sostegno alla domiciliarità si è ancora una volta rivelato come possibile argine e risposta da privilegiare anche al fine di preservare il sistema e in particolare il ruolo e la funzione dei presidi ospedalieri. Alcune scelte politiche e direzionali sono state particolarmente errate, causando perdite che forse potevano essere evitate, come quelle avvenute all’interno delle Strutture Residenziali. I decisori ai vari livelli nel preannunciare i provvedimenti della fase 2, hanno indicato la necessità di dare avvio ad una nuova riorganizzazione dei servizi territoriali, per prevenire e assicurare una presa in carico delle persone, da parte di questi servizi, anche attraverso un potenziamento dell’assistenza domiciliare. Sono state preannunciate anche nuove assunzioni di personale, in particolare Infermieri e Assistenti sociali.
In relazione a questa fase che si è aperta abbiamo ritenuto doveroso, per l’attività che ha svolto nel corso della sua esistenza la nostra Associazione, prendere posizione, attraverso una lettera aperta indirizzata ai vari decisori. Questo processo di riorganizzazione che si apre è occasione preziosa per indirizzare il sistema, affinché sia realmente orientato al riconoscimento del diritto alla domiciliarità e al suo sostegno.
Fonte: La Bottega del Possibile