Vittoria Savio è tornata in Italia per un periodo di riposo, per rimettersi a seguito di problemi di salute; questo pensavano i molti suoi amici che invece l’hanno vista ripartire per mete non solo italiane per incontrare i vari gruppi che sostengono le sue attività in Perù.
L’Associazione TRA ME di Carignano ha organizzato per lunedì 5 luglio 2010 un incontro nel corso del quale Vittoria potrà aggiornare gli amici ed i conoscenti sull’andamento dei suoi numerosi progetti.
Vittoria Savio è l’ex insegnante di matematica del Liceo Baldessano di Carmagnola che vent’anni fa si trasferì in Perù dove visse per alcuni mesi con le comunità campesine sparse sulle Ande, anche a 11 ore di cammino dall’ultima strada carrozzabile. Quella esperienza le fece conoscere una cruda realtà: molte bambine venivano affidate dalle famiglie a signore di città con la speranza che avrebbero loro riservato una vita migliore. Invece arrivate in città diventavano delle piccole schiave, soggette ad ogni tipo di violenza non solo psicologica, segregate in casa, senza libertà e senza diritti, bambine che diventavano invisibili.
Per aiutare queste bambine Vittoria, dopo una prima esperienza a Lima, ha comprato con la sua liquidazione, una casa a Cusco per raccogliere le piccole schiave e portarle via da situazioni in certi casi aberranti. Il primo progetto è stato appunto il Caith Centro di appoggio integrato per le lavoratrici domestiche (trabagadoras de l’hogar – letteralmente lavoratrici del focolare).
Al Caith sono seguiti altri progetti, che vengono sostenuti dai tanti amici di Vittoria, non solo in Italia: a Carmagnola da qualche anno opera l’associazione Nida che promuove iniziative diverse e collabora con altri gruppi del nord Italia per finanziare i vari progetti che oggi sono raggruppati sotto il Centro Yanapanakusun. La casa di Vittoria si compone di due parti: una dedicata all’ospitalità delle bambine e un’altra per ospitare turisti e fornire un introito al centro. E’ stata istituita una scuola, preserale e serale, per lavoratrici e lavoratori che ultimamente ha sviluppato anche un progetto specifico per la formazione di promotrici sociali. Si sta dimostrando molto importante l’azione di promozione sociale nelle comunità campesine con la costruzione di scuole e l’addestramento per migliori forme di colture e allevamento. Aiutare le famiglie a fermare l’emigrazione serve a far rimanere le persone delle comunità unite alle loro famiglie e continuare il lavoro agricolo e l’allevamento di animali. Questa è la scelta migliore per quelle famiglie, perché andando nella città avrebbero vari problemi: trovare un lavoro, non incappare nel lavoro minorile, sfuggire alla violenza e in più evitare il problema della lingua in quanto nella comunità si parla il quecua e non lo spagnolo. Nelle comunità si svolgono progetti concreti tipo costruire scuole e portare a ogni famiglia un porcellino d’India insegnando loro l’allevamento. C’è collaborazione in questo progetto: le autorità locali si occupano del trasporto dei materiali e tutta la comunità contribuisce nella costruzione di una scuola. Nella cultura quecua tutti si aiutano per svolgere lavori utili per la comunità. L’obiettivo è migliorare il reddito delle comunità “campesine” e aiutarle a gestirlo. A Cusco alcune bambine gestiscono una radio che è molto seguita dalle giovani lavoratrici domestiche nel loro posto di lavoro.
scarica il volantino (pdf) TRAME savio