Vi aspettiamo giovedì 15 giugno alle 20.45 in via Silvio Pellico 28 a Carignano per la presentazione del libro

Prendiamoci cura della casa comune

Laudato si’ e progetto Tav Torino-Lione a confronto

prefazione di Alex Zanotelli

postfazione di Antonio Caschetto

Edizioni EMI

In questa terra desolata, il Signore si impegna a rigenerare la bellezza e a far rinascere la speranza: «Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19). (Papa Francesco)

È l’enciclica Laudato si’ che ha ispirato la stesura di questo libro.

È possibile un confronto tra quanto chiede l’enciclica e gli impatti sull’ambiente, in senso ampio, legati alle grandi opere?

Cosa significa per noi, ora, “ecologia integrale”?

È urgente comprendere che «l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità», «eredità comune» da amministrare in maniera responsabile e non da distruggere: il racconto biblico della Creazione «insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio», e che ogni creatura ha una sua funzione, nessuna è superflua.

Molte affermazioni di papa Francesco contenute nell’enciclica le ritroviamo clamorosamente rispecchiate in situazioni e circostanze che caratterizzano la storia del Tav in Val di Susa.

Il libro “Prendiamoci cura della casa comune” deriva da questa sollecitazione: «Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta…»

http://cattoliciperlavitadellavalle.blogspot.com/

 

Il libro “Prendersi cura della casa comune – Laudato si’ e progetto TAV Torino-Lione a confronto” (EMI, Verona 2022, pp. 168, € 12,00) è curato dal Gruppo Cattolici per la vita della Valle.

Il Gruppo, radicato da tempo in Val Susa e inserito nel più vasto Movimento NO TAV, è mosso dalla comune convinzione che la parola di Dio interpella ciascuno sulle situazioni concrete che si trova a vivere e ad agire. Si è quindi interrogato a lungo su quale responsabilità ha il cristiano nel difendere la terra come bene comune, su come dare voce e gambe al Magistero della Chiesa, a partire dalla Dottrina sociale fino ad arrivare ai continui appelli di Papa Francesco di non considerare il creato “una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere; e ancor meno una proprietà solo di alcuni, di pochi. Il creato è un dono, è un regalo, è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato perché ce ne prendiamo cura e lo utilizziamo per il bene di tutti, sempre con rispetto e gratitudine”. (Udienza Generale del 21 maggio 2014 – I doni dello Spirito Santo: 5. La Scienza)

Nel primo libro scritto dal Gruppo nel 2015 “Nuova linea Torino-Lione: il nostro NO” si illustrava l’iter della lotta contro la nuova linea ferroviaria per l’alta velocità, la mancanza di dialogo con la popolazione, l’imposizione con la forza dei cantieri, la militarizzazione della valle, la repressione del dissenso… con questo nuovo volume si approfondisce l’enciclica “Laudato si’”, considerata come un’opportunità di crescita, riflessione, elaborazione.

Questi ultimi anni, caratterizzati da una pandemia mondiale, da una guerra in Europa (e da tante, troppe altre guerre dimenticate!), da eventi climatici estremi, da migrazioni forzate, hanno contribuito a rafforzare le ragioni della contrarietà alla ‘grande opera inutile’, ma anche a tutte le altre Grandi Opere Inutili che hanno devastano e potranno ancora devastare il nostro Paese, solo per inseguire una cieca logica di progresso, di crescita, di “sviluppo sostenibile”, senza alcun ripensamento sul rischio concreto e sempre più attuale che l’intero nostro pianeta va incontro alla rovina.

La lettura del libro dimostra una sostanziale inconciliabilità tra il progetto tav Torino Lione e l’enciclica Laudato si’: da una parte abbiamo una bussola sociale, dall’altra un progetto che non è finalizzato a migliorare le condizioni di vita ed economiche delle persone, non risponde alla richiesta di bene comune.

L’ascolto del grido della terra e dei poveri ci sprona a metterci in gioco attivamente nella realtà territoriale in cui viviamo.

È urgente comprendere, come ci ricorda Papa Francesco, che «l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità» (LS 95), «eredità comune» da amministrare in maniera responsabile e non da distruggere: il racconto biblico della Creazione «insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio» (LS 65), e che ogni creatura ha una sua funzione, nessuna è superflua.

Di conseguenza, diventa indispensabile ripensare il concetto di grandi opere, di consumo di suolo, in questo tempo che sta correndo verso il disastro ambientale, e a rivedere l’ideologia dello sviluppo a tutti i costi.

 

Le conseguenze del cambiamento climatico, con il susseguirsi di fenomeni “estremi” come le recenti alluvioni hanno dimostrato con il loro carico di distruzione e morte, sono ormai evidenti e sono alla base delle motivazioni anche spirituali del rifiuto in nome della difesa del Creato.

«Lo stato di degrado della nostra casa comune merita la stessa attenzione di altre sfide globali quali le gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana». (dal messaggio del Papa per la Celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato del 1° settembre 2022)

Molte affermazioni di papa Francesco contenute nell’enciclica le ritroviamo clamorosamente rispecchiate in situazioni e circostanze che caratterizzano la storia del Tav in Val di Susa.

Il libro “Prendiamoci cura della casa comune” deriva da questa sollecitazione: «Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta…» (LS 14)