Anche quest’anno, con ogni probabilità, come è stato comunicato dal Ministro dell’Istruzione alla metà di febbraio, gli esami di stato del Primo e del Secondo ciclo, a causa dell’emergenza sanitaria
che ancora persiste sul nostro Paese, si svolgeranno con modalità diverse dagli esami pre-Covid. Come lo scorso anno, gli studenti dovranno affrontare un’unica prova, a partire da un elaborato che i ragazzi dovranno preparare in questi ultimi mesi di scuola sotto le indicazioni dei loro insegnanti. La scelta di ridurre gli esami di Stato ad un maxi-orale, come è stato definito da molti, è stata sicuramente una necessità dettata dal periodo storico che stiamo vivendo ma anche questa novità non sarà per i ragazzi priva di conseguenze. Certamente, per la maggior parte di
loro, soprattutto per quelli che terminano la scuola media, sarà un sollievo sapere di non dover affrontare un esame composto anche da prove scritte, non consapevoli, però, che in questo modo saranno privati di un loro diritto che è quello di affrontare una sfida, di mettersi in gioco affrontando paure, difficoltà e ostacoli con le capacità personali che molto spesso non sanno nemmeno di avere. Nel nostro lavoro quotidiano con i ragazzi delle superiori abbiamo potuto notare come l’esame di maturità sia vissuto come un rito storico che segna il passaggio dall’adolescenza
alla maturità, quel periodo della vita in cui è necessario iniziare a prendersi delle responsabilità, è una tappa a cui le nuove generazioni in questi anni dovranno rinunciare, un momento carico di emozioni, spesso contrastanti, vissuto da sempre in maniera intensa da tutti gli studenti. Tutti noi ci auguriamo che la situazione sanitario nel nostro Paese torni il prima possibile alla normalità restituendo così, ad ogni studente, tutte le tappe naturali e fondamentali del loro percorso di crescita.
Laura Pecchio Tutor Dsa
dell’Associazione Sintra Onlus