Uno dei valori chiave del progetto D.A.R. (promosso dall’Associazione Tra Me, con il sostegno di Sintra Onlus ed altri partner del territorio) è la Domiciliarità, cioè il diritto di vivere la propria abitazione in quanto insieme di ricordi, storia, affetti che portiamo con noi anche quando non ci troviamo fisicamente “a casa” e che ad essa sempre ci riportano.
Ma la casa non è solo pareti domestiche: immersa in un vicinato, in un quartiere, in un paesaggio… tutti aspetti che diventano a noi familiari negli anni, come estensione della nostra abitazione.
Siamo soliti aprire le persiane al mattino ed essere invasi da una determinata luce, a chiuderle la sera per lasciare fuori i rumori della strada che ben conosciamo; tornando da un viaggio distinguiamo il profilo della nostra città e sappiamo a memoria strade e costruzioni.
Ecco allora che dal concetto di Domiciliarità è possibile passare a quello di Abitanza (Gabriele Righetto in: “Domiciliarità. Maggior sostenitore Un diritto, un progetto”, 2018). E’ quel senso di appartenenza ad uno spazio più grande, che fa da contorno alla nostra abitazione e la riempie di significato. Questo ambiente, che completa e compone la nostra “casa”, è un ecosistema con cui ogni giorno ci immergiamo incontrando persone, facendo acquisti in un negozio, camminando per le strade. La relazione con questo spazio è uno scambio, un dare e avere da e verso questo ambiente che ci circonda e in cui viviamo, per renderlo sempre migliore. Ma come fare? La via più semplice è attraverso la comunità, intesa come insieme di cittadini che si prende cura della propria città, dei suoi quartieri ma soprattutto dei suoi abitanti, quelli che fanno più fatica, che sono più fragili.
Vivere l’Abitanza significa prendersi cura dello spazio di tutti e di tutti coloro che vi abitano, in modo responsabile e con la fiducia che anche gli altri faranno lo stesso.
Questo è quello che stiamo cercando di fare.
Sara Andreis
Assistente sociale