La legge riscrive i decreti Salvini e inserisce sulla scia del caso Willy il Daspo urbano per tenere lontani violenti e spacciatori dai luoghi di intrattenimento. Vietati i respingimenti, torna l’accoglienza diffusa e l’integrazione per i richiedenti asilo. Il segretario del Pd Zingaretti soddisfatto: ” Vogliamo un’Italia più umana e sicura”
Il nuovo decreto immigrazione che manda in archivio i decreti sicurezza di Matteo Salvini è legge. Dopo meno di un’ora di confronto a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri ha approvato il testo proposto dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dopo una complessa mediazione tra le due anime del governo, quella di Pd e Leu che spingeva per il superamento dei provvedimenti di Salvini e il M5S che voleva limitarsi a recepire le osservazioni del presidente della Repubblica.
“I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”, annuncia su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti appena da Palazzo Chigi filtra la notizia dell’approvazione del decreto.
Il soccorso delle vite in mare, innanzitutto, come obbligo costituzionale e internazionale, il divieto di espulsione e respingimento di chi nel suo Paese rischia torture o trattamenti disumani a cui va riconosciuta la protezione speciale. E il diritto ad essere accolti e integrati, i punti fondamentali del nuovo decreto in nove articoli dedicati all’immigrazione..
Con l’aggiunta degli articoli che prevedono l’istituzione di una nuova tipologia di Daspo urbano per tenere lontani violenti e spacciatori dai luoghi di intrattenimento, l’aumento delle pene per il reato di rissa, e nuove norme per oscurare i siti pericolosi del dark web.
“Da oggi i decreti Salvini fanno parte del passato. Il lavoro impegnativo di questi mesi al Viminale con il ministro Lamorgese e quello del tavolo dei partiti di maggioranza ha dato i suoi frutti. È la fine della propaganda e l’inizio di una stagione nuova. L’approvazione del nuovo decreto Immigrazione è per me una grande soddisfazione”, dice il viceministro all’Interno Matteo Mauri (Pd),
Soddisfatto anche il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia che ha guidato la delegazione del M5S al tavolo per la modifica dei decreti. “Siamo fieri del lavoro che abbiamo svolto nella fase di scrittura delle modifiche ai decreti sicurezza”
Introdotta anche una modifica voluta dal ministro di Grazie e giustizia Bonafede. Per chi agevola il detenuto al 41bis nelle comunicazioni con l’esterno (anche di tipo diverso da quelle con cellulare) la pena è alzata da 1 a 4 anni a 2 a 6 anni. E’ quanto prevede il testo del dl sicurezza approvato in Cdm. Nei casi di ipotesi aggravata (ovvero se il reato è commesso da pubblico ufficiale, da incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense) il reato passa 2 a 6 anni a 3-7 anni. Nel regime precedente al decreto sicurezza il reato si configurava come illecito disciplinare sanzionato all’interno del carcere.
Fonte: La Repubblica