L’associazione di Paolo Hutter seconda a Torino soltanto al Banco Alimentare

In attesa che si prendano decisioni in merito alla riapertura di Porta Palazzo, il Caat e i grossisti donano le eccedenze al volontariato. E ce n’è per tutti, dal momento che ben diciotto tonnellate di ortofrutta sono state recuperate in nove giorni dall’associazione Eco dalle Città, la stessa che in piazza della Repubblica  da tre anni recupera la frutta e la verdura ancora in buono stato ma che alla fine del mercato finirebbe nel cassonetto e la offre a chi ha bisogno. Un servizio svolto con gli Ecomori, le Sentinelle dei rifiuti e, da qualche tempo, in collaborazione con la Città attraverso il progetto Repopp.

L’allargamento del servizio
Ma ora il recupero, in questo tempo di fame per tante famiglie in condizioni economiche rese drammatiche dal lockdown (e per una parte, dai lavori informali che il più grande mercato d’Europa chiuso non può offrire), ha preso una dimensione diversa e si è allargato a varie aree della città. «Abbiamo seguito l’esempio dei due commercianti marocchini Abdul e Youness che all’inizio della chiusura andavano, e vanno tuttora, al Caat a rifornirsi di ortofrutta sottocosto o in parte regalata per poi distribuirla nella zona delle case popolari di via Maddalene e in altri quartieri che hanno bisogno», racconta Paolo Hutter, presidente di Eco dalle Città.

«In pochi giorni, per quantità di ortofrutta raccolta al Caat e da Battaglio siamo diventati secondi solo al Banco Alimentare. Naturalmente, senza togliere niente al Banco. In questo momento c’è davvero eccedenza. Le nostre scorte le abbiamo portate in 17 luoghi diversi: nodi formali, quelli della Città, e informali come parrocchie, case occupate, campi rom informali, la comunità filippina che ha sede in Barriera di Milano. Noi portiamo a destinazione, altri distribuiscono». Il Comune aveva chiesto al volontariato di provvedere solo con consegne di cassette a domicilio.

Il caso di via delle Maddalene
Dopo l’esperienza dei due giovani ambulanti di Porta Palazzo che avevano preso la multa perché la gente si era messa in fila, ma che poi sono stati «assolti» (mettersi in fila non crea assembramento),  i volontari di Repopp/Eco dalle Città non hanno avuto timori. «In via Maddalene, ad esempio, un giovane rom, Billi Suleimanovic, ha organizzato la distribuzione. Poi – riflette Hutter – probabilmente ci si è resi conto che non si può autorizzare le code ai supermercati, dove la gente compera, e vietarle a chi ordinatamente si mette in fila per ricevere una donazione di cibo». Ma in tutto questo, gli attivisti di Eco dalle Città riscontrano anche un deficit… di cultura alimentare. «I nostri operatori a volte trovano difficoltà a regalare la frutta e la verdura. E se si tratta di verdura che non si cuoce, come l’insalata, ancora di più».

 

Fonte: La Stampa