Il cdm delibera su proposta del neoministro degli Affari regionali. Tra le motivazioni anche il fatto che la normativa va oltre le competenze della Regione. Ma l’istruttoria che ha portato all’impugnazione della norma regionale era stata avviata dal governo precedente.
Appena insediatosi, il nuovo governo Conte ha deliberato di impugnare una legge del Friuli Venezia Giulia – governata dal leghista Massimiliano Fedriga – con la motivazione che va oltre le competenze della Regione e contiene norme discriminatorie nei confronti dei migranti.
Il Consiglio dei ministri svoltosi subito dopo il giuramento al Quirinale ha adottato la decisione su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia. Nel comunicato si legge che si impugnerà la legge n. 9 del 08/07/2019, “Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale”, in quanto “numerose disposizioni sono risultate eccedere dalle competenze Statutarie della Regione” e “talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie”.
Le disposizioni in materia di immigrazione a cui fa riferimento il Cdm nel suo comunicato riguardano in particolare gli articoli 22 e 54 comma c della legge regionale in questione. Il primo prevede lo spostamento di fondi – inizialmente destinati a misure per l’accoglienza diffusa – sui rimpatri coatti degli immigrati colpiti da provvedimento di espulsione (rimpatri che, però, sono di competenza statale e non regionale, sebbene il Fvg sia una regione a statuto speciale). Il secondo comma prevede invece di destinare gli incentivi occupazionali esclusivamente a chi assume persone residenti da almeno cinque anni nella Regione. Un elemento, quest’ultimo, discriminatorio non solo per i migranti ma anche per gli stessi italiani provenienti da altre regioni.
“È una vergogna assoluta – ha replicato il governatore Fedriga – Il Movimento 5 Stelle e il Pd hanno già partorito il governo dell’immigrazione selvaggia. Questo è un segnale molto chiaro: un attacco alle autonomie”. E ha concluso: “Difenderemo le nostre norme davanti alla Corte Costituzionale”.
In verità, come fa notare anche l’ex governatrice del Friuli Venezia Giulia, la dem Debora Serracchiani, sui provvedimenti sotto accusa era già stata avviata un’istruttoria dal governo precedente – e precisamente dal Mise guidato da Luigi Di Maio allora alleato di Matteo Salvini – qualche giorno prima dello scoppio della crisi di governo. “Fedriga telefoni al suo ex vicepremier in vacanza in Trentino (Salvini, ndr) – è l’esortazione di Serracchiani – e gli chieda com’era stata fatta dal suo governo l’istruttoria che ha portato oggi all’impugnazione della legge regionale. Dovrebbe sapere che questi non sono atti che si costruiscono in un solo giorno”.
Salvini in diretta Facebook intanto ha commentato: “Bell’esordio, rispettoso dell’autonomia delle popolazioni, dei governatori, dei territori, degli italiani per il governo Pd-M5s e Leu. E anche Leu perché non dimenticatevi di Fratoianni e Boldrini”.
In serata interviene il ministro Boccia: “Si tratta di un’attività ordinaria, corrente e oserei dire anche banale – spiega a Rai News 24 – c’era una legge regionale che violava una serie di norme, la Regione Friuli solo ieri sera ha scritto che avrebbe scelto di adeguarsi, ci auguriamo che lo faccia. I termini per impugnare la legge scadevano domani e il Consiglio dei ministri aveva già deciso di impugnarla. Se il Friuli Venezia Giulia si adeguerà si potrà pensare anche di ritirare il provvedimento”.
Fonte: La Repubblica