Sospesa per 15 giorni, con lo stipendio dimezzato, per non avere vigilato sul lavoro dei suoi alunni quattordicenni, che nella Giornata della memoria dello scorso 27 gennaio avevano presentato un video nel quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Il provvedimento
Da sabato scorso e fino a lunedì 27 maggio, Rosa Maria Dell’Aria, che insegna italiano e storia all’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, non entrerà in classe, dopo che l’Ufficio scolastico provinciale le ha inflitto un provvedimento disciplinare. La docente si dice amareggiata: «è la ferita più grande della mia vita professionale», ha dichiarato. Sessantatré anni, docente di Italiano da circa 40 anni e insegnante da 30 al Vittorio Emanuele III, la prof non se la prende per «il danno economico legato ai giorni di sospensione», ma per «il danno morale e professionale dopo un’intera vita dedicata alla scuola e ai ragazzi».
Il post
La sospensione è scattata al termine di un’ispezione innescata da un post sui social: «Salvini-Conte-Di Maio? Come il reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede a Palermo, dove una prof per la giornata della Memoria ha obbligato dei 14enni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?», scriveva il 28 gennaio Claudio Perconte, attivista di estrema destra, che scrive per siti estremisti e sui social. A innescare l’indagine, la senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario al ministero per i Beni culturali: «Auspico non sia vero…. ma temo sia una speranza mal riposta! Se è accaduto realmente, andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere….e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere!».
Lavoro libero
Gli uffici del ministero hanno disposto l’ispezione e deciso di sanzionare la docente. Stupore e amarezza anche nella scuola: «Un’ottima insegnante, ha sempre lavorato bene, senza mai avere problemi», dice un collaboratore del dirigente scolastico Carmelo Ciringione. Che racconta degli ispettori nella scuola, di come hanno interrogato gli studenti, la docente che ha assegnato il compito, gli altri docenti. «Il video era destinato alla visione tra classi, nell’Aula Magna. L’ispettrice responsabile ha ritenuto che la professoressa Dell’Aria non abbia controllato bene il lavoro e non abbia criticato l’accostamento fatto dai ragazzi». La prof si difende: «Ho soltanto proposto un lavoro sulla base di una serie di letture fatte sia nel corso dell’estate e poi anche il 3 settembre in occasione della Giornata del migrante. Gl alunni della II E – informatica hanno scelto di fare un’elaborazione in Power Point». Ma – aggiunge – quel lavoro non aveva assolutamente alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti che da sempre hanno lavorato in modo libero come essi stessi hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio».
La scelta
Dalla sua parte gli studenti: «Siamo tutti profondamente dispiaciuti e solidali con la nostra professoressa – dice uno di quelli che hanno partecipato alla realizzazione del progetto -. Nessuno di noi era stato obbligato a partecipare, le immagini inserite nel lavoro in Power Point non sono state scelte dalla professoressa che ci ha dato solo una mano nella sistemazione del testo sotto il profilo linguistico. Siamo stati noi stessi a notare che in alcune parti il decreto sicurezza lede diritti fondamentali».
Il Miur approfondirà
Intanto è partita l’onda di polemiche. «Provvedimento del tutto immotivato», commenta il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Mentre parla di un «vento antidemocratico allarmante» Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e candidato al Parlamento europeo nelle liste Pd-SE. A fine giornata arriva la notizia che il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha dato incarico ai propri uffici dell’amministrazione centrale di approfondire la vicenda: «La decisione, come avviene sempre in questi casi, è stata presa a livello periferico, dall’Ufficio territoriale del ministero, a seguito di un preciso procedimento che si è svolto secondo la normativa vigente», fanno sapere fonti del Miur.
«Vicenda grottesca»
Tra le prime reazioni, quella di Mila Spicola insegnante e pedagogista, candidata alle Europee 2019 per il Pd, che twitta: « Solidale con la collega. Sospendete anche me. Una vicenda grottesca e pericolosa». «Il video – afferma Spicola – è stato prodotto dagli studenti e nella scuola vige libertà d’insegnamento e pluralismo delle idee. È un mandato costituzionale che non può essere messo in discussione. Se deve essere questa la punizione per chi applica regole di pluralismo, libertà e discussione nelle classi coi propri studenti allora sospendete anche me». Anna Ascani, vicepresidente Pd e capogruppo dem in commissione Cultura alla Camera chiede «chiarimenti ufficiali dal ministero dell’Istruzione». E si domanda «quale sarà il prossimo passo: il ritorno dell’Opera nazionale balilla?». Mentre il senatore e segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone, afferma che «la libertà di opinione non può essere reato»: «È un reato impedire la critica, che è un diritto sacrosanto in una democrazia. Ancor più grave è se, per censurare i legittimi punti di vista, si mette in moto una sorta di macchina della paura, dell’intimidazione, con il Miur che sospende un’insegnante per una fantomatica omessa vigilanza sugli studenti e con la Digos che entra nelle classi per interrogare i ragazzi».
«Episodio gravissimo»
E il deputato Pd e segretario metropolitano di Palermo, Carmelo Miceli, ha affermato: «Davvero un’insegnante è stata sospesa dal servizio per non aver impedito che gli studenti criticassero il ministro Salvini? Il ministro dell’Istruzione Bussetti chiarisca cosa è accaduto, siamo di fronte ad un episodio gravissimo». Interviene anche il sindacato della scuola Anief: «Un brutto salto indietro in un passato che, purtroppo, non è evidentemente ancora stato superato del tutto». Mentre l’Unione sindacale di base esprime «totale vicinanza» alla docente e chiede «il ritiro immediato della sanzione ingiusta e ingiustificata». «La celerità dell’intervento da parte del ministero e del provveditore di Palermo evidenziano ormai un clima irrespirabile all’interno del Paese e nelle scuole italiane, dove la libertà d’insegnamento è sempre più vilipesa e in cui l’antifascismo ormai è sotto attacco come disvalore», sono le parole di Luigi Del Prete, dell’Esecutivo Nazionale USB Scuola. Il sindacato, assicura, è pronto ad avviare una mobilitazione di docenti, studenti e cittadini per sostenere la prof.
Fonte: ‘Il Corriere della Sera’