La Gran Bretagna aveva deciso di esercitare l’«opt out» in materia di immigrazione e quindi di non partecipare ad alcuna politica comune per l’accoglienza degli stranieri che arrivano in Europa. Si tratta della possibilità – di cui godono anche Irlanda e Danimarca – di rimanere nell’Ue senza impegnarsi su alcuni dossier.
– di rimanere nell’Ue senza impegnarsi su alcuni dossier. La Brexit non avrà dunque conseguenze pratiche rispetto all’attuazione dell’agenda Juncker sulla ricollocazione dei profughi, ma potrebbe avere gravissime ripercussioni politiche. Il timore più forte riguarda le prossime mosse degli Stati che fanno parte del Gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) contrari a misure assistenzialiste nei confronti dei richiedenti asilo. Ma a questo punto anche la minima collaborazione già offerta dai paesi come Francia e Spagna potrebbe venire meno, per rispondere alle richieste delle opposizioni interne contrarie a qualsiasi tipo di intervento che preveda l’accoglienza di profughi e migranti economici. Partiti e movimenti che hanno ripreso forza e vigore con la vittoria di chi voleva l’uscita dall’Unione. Cameron ha assicurato che non ci saranno cambiamenti per quanto riguarda le frontiere e dunque il movimento delle persone e delle merci. Bisognerà vedere se dal punto di vista pratico sarà davvero così, anche perché più volte in passato è stata minacciata l’uscita dal Trattato di Schengen e adesso che il Regno Unito non fa più parte della Ue sembra davvero difficile che tutto possa rimanere come prima.
La Brexit non avrà dunque conseguenze pratiche rispetto all’attuazione dell’agenda Juncker sulla ricollocazione dei profughi, ma potrebbe avere gravissime ripercussioni politiche. Il timore più forte riguarda le prossime mosse degli Stati che fanno parte del Gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) contrari a misure assistenzialiste nei confronti dei richiedenti asilo. Ma a questo punto anche la minima collaborazione già offerta dai paesi come Francia e Spagna potrebbe venire meno, per rispondere alle richieste delle opposizioni interne contrarie a qualsiasi tipo di intervento che preveda l’accoglienza di profughi e migranti economici. Partiti e movimenti che hanno ripreso forza e vigore con la vittoria di chi voleva l’uscita dall’Unione. Cameron ha assicurato che non ci saranno cambiamenti per quanto riguarda le frontiere e dunque il movimento delle persone e delle merci. Bisognerà vedere se dal punto di vista pratico sarà davvero così, anche perché più volte in passato è stata minacciata l’uscita dal Trattato di Schengen e adesso che il Regno Unito non fa più parte della Ue sembra davvero difficile che tutto possa rimanere come prima.
(fonte: CorrieredellaSera)