Quest’anno Terra Madre Salone del Gusto si sta svolgendo un po’ diversamente del solito, con un insieme di eventi online e incontri fisici diffusi che dureranno sei mesi.
Noi di Tra Me abbiamo sempre partecipato al Salone ospitando delegati, lavorando all’interno del Salone con richiedenti asilo e collaborando con Slow Food e altre associazioni del territorio nella gestione delle aree di esposizione.
Condividiamo l’intervento di Don Luigi Ciotti sulle Agromafie, un tema legato strettamente al caporalato e alle migrazioni:
LE AGROMAFIE CONTROLLANO QUELLO CHE DEFINIAMO COME UN PERCORSO CRIMINALE DEL CIBO, CHE COINVOLGE ATTIVITÀ – TANTE – A LORO VOLTA CRIMINALI QUALI LA TRATTA DI ESSERI UMANI FINALIZZATA ALLO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO.
È il caporalato in agricoltura, il riciclaggio di capitali illeciti attraverso il lavoro nero e grigio, il racket, l’usura a danno degli imprenditori in difficoltà, la gestione diretta dei mercati generali allo scopo di condizionare la borsa dei prezzi. A differenza che in altri comparti le mafie in agricoltura spesso non sono in concorrenza tra di loro, ma abilmente si spartiscono equamente i proventi illeciti mettendo da parte le guerre tra clan.
Per parlare della battaglia per l’affermazione della legalità abbiamo invitato Don Luigi Ciotti, sacerdote, giornalista e attivista sociale. Nel 1965 ha fondato il Gruppo Abele, che negli anni si è occupato, tra l’altro, delle persone in difficoltà e di combattere dipendenze di ogni tipo. Nel 1995 ha fondato Libera, associazione che si occupa di contrastare la criminalità organizzata, promuovere la cultura della legalità democratica e la giustizia sociale, valorizzare la memoria delle vittime delle mafie.